«Gli investimenti sono il vero motore della crescita». Antonio D’Amato, Ceo di Seda International Packaging Group, presidente della Fondazione Mezzogiorno, è intervenuto all’evento Napoli 2050, tenutosi a Villa Doria d’Angri su iniziativa del Corriere della Sera. Una riflessione di ampio respiro, che ha posto il Mezzogiorno – e Napoli in particolare – al centro delle sfide per il futuro del Paese e dell’Europa.
Nel suo intervento, D’Amato ha richiamato l’urgenza di avviare una nuova stagione di industrializzazione per il Sud, denunciando i ritardi e le ambiguità di un quadro normativo europeo che, anziché facilitare, spesso blocca gli investimenti industriali: «Dobbiamo liberarci da un contesto regolatorio incerto che scoraggia gli investitori e allontana le imprese». Secondo il presidente della Fondazione Mezzogiorno, è indispensabile ricostruire un vero allineamento tra governo centrale e amministrazioni locali. «Se non affrontiamo i nodi strutturali del sistema Paese – ha detto – rischiamo di ripetere gli errori del passato, come accadde dopo il G7 di Napoli. Iniziò un rinascimento che durò poco, e Napoli tornò ad essere simbolo di emergenze».
Il tema degli investimenti, per D’Amato, è anche una questione di responsabilità istituzionale: «Occorre una cabina di regia nazionale forte. Basta con gli sprechi e con le risorse disperse in mille rivoli. Se vogliamo davvero fare del Sud la locomotiva d’Italia, bisogna centralizzare la gestione e il monitoraggio degli incentivi e dei fondi strutturali, come previsto dalla Legge Fitto».
Una visione, quella di D’Amato, che si lega strettamente al lavoro della Fondazione Mezzogiorno, impegnata a promuovere proposte concrete per rendere il Sud protagonista della nuova agenda industriale e geopolitica dell’Europa. La sfida non è solo economica, ma anche generazionale: «Il problema non è solo che i giovani emigrano – ha ricordato – ma che non diamo loro spazi e prospettive. Eppure formiamo il 10% degli ingegneri italiani. Napoli ha le competenze, ma mancano le opportunità»
In un contesto segnato da transizioni epocali, dalla trasformazione industriale alla revisione del Patto di stabilità europeo, il Sud può e deve tornare ad essere una risorsa per l’Italia. A patto – conclude D’Amato – di non accontentarsi di narrazioni rassicuranti: «Abbiamo bisogno di visione, ma anche di concretezza. Basta illusioni. Senza investimenti, non c’è futuro».